Pietro Salati alla galleria
d’arte Sestante di Viganello
A trentaquattro anni dalla
scomparsa dell’artista e dopo circa trenta dalle ultime, importanti
esposizioni postume a lui dedicate (nel 1975 la mostra dei suoi ultimi
quadri a Mantova nella casa del Tè, nel 1977 una retrospettiva completa
alla Villa Malpensata di Lugano e nel 1981 una personale nel Nuovo Centro
Scolastico di Viganello), alla galleria d’Arte Sestante, sempre a
Viganello, è prevista dal 3 ottobre al 6 dicembre 2009 l’esposizione di
una trentina di quadri di Pietro Salati, oltre ad altrettanti disegni. La
presentazione è affidata a Eros Bellinelli.
Malgrado siano trascorsi tanti
anni le opere di Salati non hanno perso la loro forza. Due sono i fili
conduttori di questa esposizione, come lascia intendere il suo titolo:
“equilibri e contrasti”.
Da una parte spicca infatti
l’equilibrio tra esseri viventi e natura dove nessuno sovrasta l’altro e a
ciascuno è data uguale forza e vigore per esempio tramite l’uso del
colore, dell’espressione di chi o cosa è raffigurato, oppure ancora per
l’equa condivisione dello spazio. Bene lo si nota in “Uomini e cavalli”,
olio dipinto attorno al 1945, ove persone nude e senza volto, prive
dell’arroganza della superiorità della razza umana, e cavalli possenti e
docili allo stesso tempo, pare danzino un rituale tribale che li riporta
entrambi alla terra che li amalgama, accettandoli come pari, in un unico
colore di fondo. Così si può dire di "La contadina con la gerla” o “Il
ragazzo delle capre/Il sole sull’alpe” eseguiti nell’anno 1968. Nel primo
di essi, in un grande spazio occupato da terra e cielo, tre galline si
burlano della contadina; nel secondo il ragazzo delle capre (uomo e capre
sono dipinti con gli stessi colori vividi) interloquisce con un sole rosso
acceso, Ritroviamo i due elementi fondamentali in perfetto equilibrio tra
loro.
Dall’altra, quella dei contrasti, è evidente in tutte queste opere la
forza attiva propria data agli esseri viventi e alla natura, l’espressione
e l’energia che fluisce dalla raffigurazione e dalla riflessione che ne
scaturisce. Riconosciamo il pensiero intimo dell’artista rivolto alla
ricerca d’emozioni, di valori morali, di agi e disagi, del fermento della
vita come manifestazione del mondo spirituale e affettivo della
collettività. A titolo d’esempio prendiamo i cavalli di Salati, così
riconoscibili soprattutto per le posture colme di significato e in cui,
prepotente, si manifesta il contrasto tra un colore di fondo deciso e di
forte impatto e la dolcezza degli animali che comunicano con chi li
osserva.
In altri lavori si
percepiscono chiaramente momenti di solitudine e di silenzio che si
frazionano pacificamente lo spazio del quadro con un vivace movimento nel
quale si nota sia la gioia della vita sia la sua drammaticità: le
pannocchie dolci dipinte tra i rovi; una barca in secca davanti a un mare
irrequieto e nervoso; l’estate esuberante e carica di colori che impazzano
sulla tela a sfondo verde, estate rappresentata da giovane e consapevole
donna, che con l’espressione e l’atteggiamento contiene tale esuberanza ma
al tempo stesso vi partecipa con amorevole compiacimento, diventandone
complice.
In altre parole questi dipinti
e disegni di Salati lasciano trapelare la personalità del loro autore:
forte, virile, innamorato della vita di cui cerca di carpire il meglio,
godendolo non in maniera leggera, bensì con la consapevolezza del rovescio
della medaglia. Vita che oscilla in un balletto certamente non prevedibile
e perciò tanto interessante e degno di essere vissuto. Come ha fatto
sempre Pietro Salati.
Silvia Rissone Gatti e
Andrea Salati |